lunedì 23 giugno 2014

La violenza non è solo una



Girovagando in Rete mi sono imbattuta in questa immagine.
La definirei la Ruota dei Supplizi Moderna, modello aggiornato di quella medievale.
É la ruota del Potere e del Controllo.
Questo concetto è stato elaborato per la prima volta da un gruppo di donne maltrattate, di operatrici e ricercatrici del progetto Duluth nel Minnesota (Stati Uniti).
É stata poi tradotta e pubblicata nel manuale Maltrattate in famiglia della Casa delle donne per non subire violenza.


In questa rappresentazione, si riassumono tutti i tipi di violenza a cui può essere sottoposta una donna da parte del proprio marito o convivente.
E come salta subito all'occhio TUTTI i tipi di violenza sono tentativi di tenere sotto controllo la donna.
E di affermare il proprio potere. 
Come si vede, prima della violenza fisica e sessuale, ci sono altri tipi di violenza, subdoli e perniciosi proprio perché hanno lo scopo di minare l'autostima e la valorizzazione di sé della donna e di limitarne la libertà in tutti i sensi. 

Ecco quali sono:
-Violenza economica: l'uomo cerca di impedire alla donna di ottenere un lavoro, oppure non dà il denaro necessario al menage familiare, costringendo la donna a chiederlo. Può anche costringerla a dargli lo stipendio o a versarlo in un conto gestito solo dall'uomo.

-Uso di minacce e coercizioni: minacciarla di lasciarla, di fare qualcosa che la ferisca, costringerla a ritirare la denuncia di violenza, farle fare atti illegali

-Intimidazioni: rompere oggetti, mostrare delle armi, distruggere proprietà della donna fare paura con sguardi o azioni
-Violenza psicologica: dirle che è pazza, farla sentire colpevole della violenza (vedi il post anti-senso di colpa), manovrarla, umiliarla.
-Isolamento: controllo degli spostamenti,  sapere sempre chi vede e cosa fa, con chi parla e cosa legge. Giustificando tutto con la gelosia.
-Minimizzare, negare e colpevolizzare: dire che la violenza non è mai avvenuta, ridicolizzare gli episodi ("ma dai, che vuoi che sarà mai uno schiaffetto?"), spostare sulla donna la responsabilità dell'accaduto ("vedi! io reagisco così perché non mi dici dove vai...")
-Usare le/i bambine/i: usare le visite ai bambini per molestarla, usare i bambini come tramite, colpevolizzarla rispetto ai bambini. E soprattutto MINACCIARE di portarle via i figli
-Usare i privilegi del ruolo maschile: trattarla come una serva, escluderla dalle decisioni familiari, comportarsi come un padrone.



Tutte queste forme di violenza possono essere più o meno pesanti, esserci tutte insieme o solo qualcuna. E possono portare alla violenza fisica e sessuale.

Le associazioni, i centri antiviolenza, le donne, le amiche, i vicini possono accorgersi di queste forme più sottili di violenza che una amica, una donna, una vicina subisce. Ed intervenire prima che arrivino i lividi, le botte, gli omicidi.
Fermando questa ruota, interrompendone il lento progredire si possono salvare vite.


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